SCUOLA MEDIA “FORZATI” DI SANT’ANTONIO ABATE

L’edificio scolastico “E. Forzati” si sviluppa su 3 piani per 35 aule complessive, oltre agli uffici, palestre e laboratori. L’impianto di riscaldamento è di tipo tradizionale, con centrale termica con due caldaie a metano, tubazioni di mandata e ritorno e ventilconvettori (fancoil) per ogni aula e nei corridoi. In relazione alla qualità dell’impianto esistente sono state raccolte diverse critiche che denunciano l’insufficienza della resa termica dei fancoil.
L’incarico conferito allo Studio Calise, pone tuttavia come obiettivo prioritario l’individuazione di accorgimenti atti a consentire l’utilizzo degli impianti nei locali scolastici in relazione alla prevenzione della diffusione del COVID-SARS19.
 I responsabili della sicurezza della Scuola hanno infatti evidenziato come l’esistente impianto di riscaldamento sia una criticità da risolvere rapidamente. Esso, per sua stessa natura, prevedendo la movimentazione dell’aria in ambienti affollati privi di ricambi, rappresenta una fonte di pericolo in quanto veicolo di diffusione pandemica.
 Dopo un sopralluogo, si è rilevato un numero complessivo di 46 fancoil installati.
 Quadro normativo
Il Rapporto ISS COVID-19 n.5/2020 Rev.2 del 25 maggio 2020 fornisce le “Indicazioni ad interim per la prevenzione e gestione degli ambienti indoor in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus SARS-CoV-2”.
Nelle misure generali per gli ambienti lavorativi stabilisce, tra l’altro, che occorre:- Garantire un buon ricambio dell’aria (con mezzi meccanici o naturali) in tutti gli ambienti dove sono presenti postazioni di lavoro e personale, migliorando l’apporto controllato di aria primaria e favorendo con maggiore frequenza l’apertura delle diverse finestre e balconi;- In particolare, scarsi ricambi d’aria favoriscono l’esposizione a inquinanti e possono facilitare la trasmissione di agenti patogeni tra i lavoratori;

– L’areazione/ventilazione naturale degli ambienti dipende da numerosi fattori, meteorologici (temperatura dell’aria esterna, direzione e velocità del vento) e fisici (ad esempio superficie delle finestre e durata dell’apertura);

– Il ricambio dell’aria deve tener conto del numero di lavoratori presenti, del tipo di attività svolta e della durata della permanenza negli ambienti di lavoro;

– si raccomanda di evitare di aprire finestre e balconi durante le ore di punta del traffico o di notte (opzione che è valida durante le giornate di alte temperature estive o nei periodi delle ondate di calore). E’ preferibile aprire per pochi minuti più volte al giorno, che una sola volta per tempi lunghi.

– Negli edifici dotati di specifici impianti di ventilazione (Unità di Trattamento d’Aria – UTA, o Unità di Ventilazione Meccanica Controllata – VMC) correttamente progettati, bisogna mantenere attivi l’ingresso e l’estrazione dell’aria 24 ore su 24, 7 giorni su 7, eliminando, ove è possibile, la funzione di ricircolo dell’aria per evitare l’eventuale trasporto di agenti patogeni nell’aria (batteri, virus, ecc.);

– Nessun sistema di ventilazione può eliminare tutti i rischi, tuttavia, se correttamente progettato, tali sistemi di ventilazione possono sicuramente essere d’aiuto per ridurre i rischi di esposizione e contaminazione dal virus;

– Negli edifici dotati di impianti di riscaldamento/raffrescamento con apparecchi terminali locali (es. unità interne tipo fancoil), si consiglia di mantenere in funzione l’impianto in modo continuo a prescindere dal numero di lavoratori presenti in ogni ambiente o stanza, mantenendo chiusi gli accessi (porte).Dal quadro normativo si evince che è possibile utilizzare un impianto di riscaldamento a fancoil a condizione che gli stessi siano del tutto efficienti, puliti e disinfettati e che ci sia un idoneo ricambio di aria esterna pulita.Il primo punto è facilmente raggiungibile attraverso un accurato servizio di manutenzione.
 Il secondo punto presenta invece difficoltà praticamente non superabili. Infatti un idoneo ricambio di aria esterna lo si può ottenere attraverso un impianto progettato e realizzato per tale scopo. Non è il caso dell’impianto in questione, in quanto è composto da soli fancoil che trattano esclusivamente aria di ricircolo.Occorrerebbe pertanto ricorrere a frequenti aperture delle finestre, almeno cinque minuti per ogni mezz’ora. Tale operazione altererebbe del tutto le condizioni termoigrometriche del locale, con grande spreco di energia termica in dispregio a tutti i principi del risparmio energetico. Con le frequenti aperture delle finestre, soprattutto nei mesi più freddi dell’inverno, sarebbe praticamente impossibile garantire l’idoneo comfort ambientale.
Soluzione
Viene scartata l’ipotesi di modificare l’impianto esistente che richiederebbe il ricorso a risorse economiche importanti e comporterebbe tempi di realizzazione molto lunghi e incompatibili con l’attività scolastica. La soluzione che viene scelta richiede modesti investimenti economici e tempi di realizzazione molto più brevi.
Dunque, per risolvere il problema, si propone l’utilizzo di lampade germicide a raggi ultravioletti da inserire sui fancoil già esistenti. Infatti, diversi enti e organizzazioni di levatura mondiale, come WHO, EPA, CDC, ASHRAE e molti altri consigliano l’uso dei raggi UV-C per la disinfezione di acqua, ambienti e sistemi di aria condizionata.

Lo stesso Rapporto ISS COVID-19 n. 25/2020 del 15 maggio 2020 a pag 12 evidenzia, tra l’altro, quanto segue:
La radiazione UV-C ha la capacità di modificare il DNA o l’RNA dei microorganismi impedendo loro di riprodursi e quindi di essere dannosi. Per tale motivo viene utilizzata in diverse applicazioni, quali la disinfezione di alimenti, acqua e aria. Studi in vitro hanno dimostrato chiaramente che la luce UV-C è in grado di inattivare il 99,99% del virus dell’influenza in aerosol. L’applicazione a goccioline (droplet) contenenti MERS-CoV ha
comportato livelli non rilevabili del virus MERS-CoV dopo soli 5 minuti di esposizione all’emettitore UV-C (una riduzione percentuale superiore al 99,99%).
Gli emettitori di radiazioni UV-C che possono avere funzione di pulizia, igienizzazione o disinfezione, hanno dimostrato che la potenza della luce UV-C e il tempo in cui le superfici sono esposte a questa luce variavano considerevolmente tra i prodotti di pulizia UV-C commercializzati ed in base al design del prodotto. Se le superfici sono esposte a una radiazione UV non sufficientemente intensa, ciò potrebbe comportare una disinfezione inadeguata e conseguenti problemi di sicurezza e prestazioni.
La radiazione UV-C può essere utilizzata in sicurezza in sistemi chiusi per disinfettare le superfici o gli oggetti in un ambiente chiuso in cui la luce UV non fuoriesce all’esterno. Basta infatti un contenitore di plexigas o di vetro per schermare efficacemente la radiazione UV-C.
Viceversa, i sistemi tradizionali con lampade UV-C installate a parete o a soffitto che generano luce UV-C in assenza di protezione dell’utente dall’esposizione, rappresentano un potenziale pericolo in funzione della lunghezza d’onda, dell’intensità e della durata di esposizione, in considerazione del fatto che la radiazione UV-C di per sé non può essere percepita dall’essere umano in quanto non dà alcuna sensazione termica e non è visibile. Infatti, la radiazione UV-C nell’intervallo 180 nm 280 nm, è in grado di produrre gravi danni ad occhi e cute. Inoltre la radiazione UV-C è un cancerogeno certo per l’uomo per tumori oculari e cutanei.
Interventi da realizzare- Effettuare la pulizia preventiva e, ogni quattro settimane, degli apparecchi terminali locali (fancoil) nel caso di contemporanea condivisione dello stesso ambiente da parte di più persone;

– L’apparecchio modello UV-STYLO-X è stato selezionato dalla Novalumen, distributrice del marchio Light Progress, con funzione ad irraggiamento diretto tale che quando è acceso si ottiene una forte riduzione dei microbi presenti sia sulle superfici esposte che nell’aria passante, quali Bacillus, Coli, Clostridium, Legionella, Vibrio, Salmonella, Pseudo-monas, Staphylococcus, Streptococcus, Virus, ma anche le muffe vengono eliminate. Tuttavia alcuni recentissimi studi universitari dimostrano l’efficacia di tali tipi di lampade anche sul virus SARS COV-2. Così come raccomandato dalla casa produttrice la potenza e la lunghezza delle lampade selezionate viene calcolata, mediante apposito algoritmo, in base alle dimensioni interne ed alle portate dei fancoil
su cui devono essere installate. Infatti, nel caso della scuola media “E. Forzati”, si è deciso di intervenire con l’installazione di:

– n. 32 Apparecchio germicida a raggi UV-C con flangia sostenuta INOX 397mm tipo marca LIGHT PROGRESS modello UV-STYLO- X-40H+EBL da 35W HO con alimentatore cablato + LED (IP20);

– n. 14 Apparecchio germicida a raggi UV-C con flangia sostenuta INOX 541mm tipo marca LIGHT PROGRESS modello UV-STYLO- X-60H+EBL da 60W HO con alimentatore cablato + LED (IP20).

Per consultare altri history case visita i nostri social

Condividi questo post


× Come posso aiutarti?